mercoledì 21 marzo 2018

La bambina che piange


Bianca amava tanto viaggiare e, durante il suo rientro verso casa, udì il richiamo disperato di una bambina, abitante di Panada proprio come il nostro Sandrino, e decise di soccorrere la piccola. Trasportata dal fresco vento primaverile arrivò nella campagna di Panada. Qui sorgeva un piccolo agglomerato di case sparse qua e là, con al centro una piccola casa con tegole rosse e pareti azzurre con sprazzi di bianco, circondata da un giardino abbellito con rose di ogni colore e mandorli in fiore.

Nel secondo piano della casa si notava una luce soffusa che arrivava da una piccola finestra. Bianca si appoggiò su un vaso di margherite che ornava il balcone della casa, e vide una bimba coi capelli lunghi e rossi che, sdraiata sul suo piccolo letto, piangeva a dirotto, stringendo sul suo visino un lembo di un lenzuolo rosa con disegnati dei piccoli cuori rossi.

Toc-Toc. Bussò la Gabbianella col suo piccolo becco. La bambina, udito il colpetto sulla finestra, vide l’uccellino che insisteva a picchiettare delicatamente, dunque si avvicinò ed aprì incuriosita.
«Piccola perché piangi?» Domandò la Gabbianella.

«Ma tu parli!»
«Sì! Sono una Gabbianella speciale di nome Bianca, sono venuta da te perché ho udito nell’aria, trasportata dalla primavera, la tua tristezza. Io sono qui per realizzare i tuoi desideri e per renderti più felice. Dimmi mia dolce piccina, cosa ti affligge tanto?»
«Io mi chiamo Carlotta ed ho sei anni.  Sto piangendo perché, per colpa mia, i miei compagni di scuola non potranno andare in gita alla fattoria per vedere gli animali.»

«Perché per colpa tua?» Domandò Bianca.
«I miei genitori non hanno i soldi per farmi fare la gita, il mio papà non ha un lavoro e quei pochi soldi che guadagna ci servono per pagare la casa, le richieste del Signore del Grigio Palazzo e per mangiare. Vorrei sparire, non essere più abitante di Panada, perché solamente in questo modo i miei compagni potranno finalmente andare in gita.»

«No No! No! Cara Carlotta, non dire così. Se c’è questo problema nella tua scuola la colpa non è tua, ma dei grandi.»
«No! Per colpa mia non può andare nessuno, ed io vorrei soltanto sparire.»
«Carlotta, il problema non sei tu» rispose Bianca avvilita e dispiaciuta per la situazione. «La scuola deve essere accessibile a tutti senza discriminazioni e distinzioni tra bambini. Andiamo vieni con me!»

Come per magia, volò con Carlotta, ed attraversando il paese, arrivarono al Grigio Palazzo di Panada circondato da un giardino curato da Luigi il giardiniere.  «Buon giorno Luigi!» Esclamò sorridendo la Gabbianella, «ti ricordi di me, ci siamo incontrati tanto tempo fa, ero in compagnia di una giovane mamma di nome Chiara.»

«Sì, mi ricordo di te mio piccolo uccellino. È un piacere poterti rivedere. In cosa posso servirti amica mia?»
«Caro Luigi, ti chiedo umilmente di accompagnare me e la mia piccola amica dal Signore del Grigio Palazzo.»
«Seguitemi, vi accompagnerò io» rispose il giardiniere.
Entrati nel lungo corridoio, dove alla fine si trovava il grande portone in legno, Luigi bussò due volte ed annunciò la visita al Signore del Grigio Palazzo.

Entrati in una grande sala circolare, con al centro un lungo tavolo in mogano circondato da grandi sedie in legno anticato, riconobbe subito il padrone di casa.


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